Redazione Online
ROMA | Tre italiani, tra cui un insospettabile commerciante, sono stati arestati dai finanzieri del comando provinciale di Roma nell'ambito dell'operazione "Cancun". I tre, da quanto si è appreso, facevano parte di un agguerrito gruppo di trafficanti di cocaina importata dal Messico verso l'Italia.
LE INDAGINI | Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip del Tribunale di Roma, Maria Agrimi, è il frutto di numerosi indagini su un lucroso traffico di droga tra il Messico e l’Italia, coordinate dalla Procura di Civitavecchia, nella persona del sostituto procuratore Margherita Pinto, in collaborazione con la Direzione distrettuale antimafia di Roma, in particolare dei procuratori Giuseppe Pignatone e Sostituto Carlo Lasperanza. Dopo mesi di intercettazioni telefoniche e pedinamenti, il gruppo investigazione criminalità organizzata della polizia tributaria di Roma ha fatto piena luce sul modus operandi e sui ruoli dei componenti del gruppo criminale, formato da sette persone, tra italiani e messicani.
LA MENTE | L’organizzazione si avvaleva di corrieri che sbarcavano in aeroporti italiani occultando la droga all’interno di capi di abbigliamento, anche intimo, appositamente modificati per superare indenni i controlli di polizia. La mente criminale del gruppo era 38enne un italiano, ufficialmente titolare di un noto negozio di pasta fresca del quartiere tuscolano, e gestiva, in prima persona, i rapporti con i narcos messicani. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati complessivamente, tra Roma e Fiumicino, circa 2,5 chili di cocaina, che avrebbero potuto fruttare, se immessi sul mercato, circa 250mila euro.
Martedì 22 gennaio 2013
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