Roma | ordinanza di custodia cautelare eseguita dai finanzieri per due imprenditori
Gli indagati, un uomo e una donna, amministravano la società fallita
ROMA | I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice delle indagini preliminari Simonetta D’Alessandro, nei confronti degli amministratori della «Abc Industria e Finanzia s.p.a.», Alessandro Mei e Laura Maria Berti. L’accusa è di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale. Le indagini hanno preso le mosse dopo il fallimento, dichiarato dal Tribunale di Roma il 29 marzo 2012, della società con sede in Roma, prima in via Parioli e poi in via Aurelia, operante nel settore del leasing finanziario. Dagli accertamenti della Guardia di Finanza sono emerse gravi responsabilità da parte dei due imprenditori, i quali, attraverso l’utilizzo protratto e strumentale di un prestanome - cui erano stati demandati solo compiti di ordinaria amministrazione - hanno cagionato il dissesto della società che, tra l’altro, presenta un’esposizione debitoria pari a circa 630.000 euro. Infatti, i due avrebbero depauperato il patrimonio aziendale, del valore di circa 10 milioni di euro (costituito anche da un immobile ubicato a Roma) attraverso alienazioni fittizie ed a fronte di corrispettivi irrisori, mai corrisposti. L'uomo, peraltro più volte condannato per bancarotta fraudolenta senza fonti di reddito diverse da quelle derivanti dall'attività d’impresa, avrebbe iscritto nella contabilità dell'azienda fallita debiti inesistenti nei suoi confronti, ammontanti a circa due milioni di euro. Lo stesso avrebbe inoltre privato il patrimonio sociale di un’automobile Porsche Carrera e di un’imbarcazione, entrambe cedute dalla società, senza alcun corrispettivo, alla madre ottantasettenne, residente in Austria. Nella vicenda è coinvolto un altro soggetto, allo stato indagato a piede libero, che, come rappresentante legale della stessa «Abc Industria e Finanzia s.p.a.», avrebbe firmato gli atti di disposizione patrimoniale, determinando di fatto il fallimento della società. I finanzieri, nel corso delle perquisizioni domiciliari, avrebbero recuperato inoltre parte delle scritture contabili obbligatorie della società, nascoste dagli stessi indagati al fine di impedire la ricostruzione del patrimonio e del giro d’affari della società ai danni dei suoi creditori.
Martedì 12 marzo 2013